Sottovoce

Siamo in piena pandemia e, nonostante le zone rosse o arancioni, a differenza dello scorso anno, si assiste a chiasso, rumorosità, esibizionismo, chiacchera. E queste caratteristiche le ritroviamo anche nell’attuale momento politico.

Eppure avremmo dovuto imparare toni diversi, toni smorzati, toni quasi silenziosi. Toni che non dovrebbero caratterizzare solamente il nostro linguaggio, ma dovrebbero essere soprattutto uno stile di vita.

Ricordo che alcuni anni fa una trasmissione televisiva che aveva un titolo che mi richiama questo stile: si chiamava “Sottovoce”. Sottovoce mi rimanda appunto alla discrezione, con totale rispetto, con delicato riserbo, quasi in fraternità, che può diventare amicizia, perché il tutto è detto e vissuto “sottovoce”.

Un esempio lo abbiamo anche nel nostro Presidente della Repubblica e, mi pare in alcuni, anche se pochi, uomini politici o rappresentanti delle Istituzioni, come il Presidente del Consiglio dei Ministri.

“Sottovoce” è fare tutto con senso di modestia, pur offrendo una presenza qualificata, agile, fresca, al livello della richiesta o della domanda, silenziosa o espressa.

Per questo lo ritengo un atteggiamento primario, soprattutto oggi, quando sembra aver ragione chi grida più forte, chi scivola in atteggiamenti e decisioni egoistiche, di comodo, chi è capace di defilarsi facilmente dagli impegni. In questa realtà, sempre più aggressiva ed indifferente, è tempo di una presenza effettiva ed efficace, ma saggia e discreta.

Sottovoce, silenziosamente e celermente (il che non significa affrettatamente).

md